insintonia

Per essere in sintonia con se stessi, con gli altri e con l'ambiente

Wednesday, September 30, 2009

Peace Studies

Appello per la salvaguardia dell'unico corso di Peace Studies in Italia:
il corso di laurea in Scienze per la Pace dell'Università di Pisa


Il corso di laurea di Pisa, ormai unico in Italia, è nato come esigenza di una cultura internazionale della
pace, sorta nel secondo dopoguerra, insieme a tutti gli altri istituti e Università di Peace Studies, con
brillanti esempi negli Stati Uniti e nel nord Europa, e tutt’oggi operanti. I nostri studi offrono
l’opportunità, sempre più necessaria, di trovare una soluzione alternativa e nonviolenta alla risoluzione
dei conflitti. La caratteristica di interdisciplinarità del nostro approccio di studi è fondamentale per
acquisire uno sguardo completo alla realtà odierna. La pace non è assenza di conflitto, ma costruzione
propositiva di una realtà migliore. La ricerca della pace è, quindi, studio scientifico e strategico di
proposte e metodi concreti.
Pensiamo che il nostro Paese abbia bisogno di continuità culturale al pensiero nonviolento dei filosofi e
maestri che tutto il mondo studia e ci riconosce: Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lanza dal Vasto, Lorenzo
Milani, Tonino Bello, Ernesto Balducci. Questa continuità culturale deve rimanere negli ambienti
accademici universitari italiani. La didattica e la formazione sono necessari affinché i processi culturali
di filosofia e pratica della nonviolenza non tramontino oggi. Essi contraddistinguono il nostro percorso
universitario e sono gli unici strumenti di un autentico cambiamento sociale. Se Scienze per la Pace
scomparisse verrebbe meno quell’idea di pace che ormai da sola cerca di farsi strada in mezzo ad altre:
parliamo di una lotta a difesa delle istituzioni democratiche nel nostro paese e nel mondo
esclusivamente senz’armi. Questo tipo di studi non può non essere compreso e non avere pari dignità
all’interno del sistema universitario italiano. L’Università italiana ha bisogno di un percorso completo
che crei una nuova grammatica ed etica della politica e dell’agire sociale.
Inseriti in un contesto italiano ed europeo sempre più sordo alle esigenze dei popoli al di là del
Mediterraneo, in cui la recente crisi finanziaria ed economica non può avere risposta se non con un
alternativo modello di sviluppo, assistiamo da tempo ad una precarizzazione della cultura, che è e
sempre sarà critica sociale; ad un attacco a qualsiasi voce fuori dal coro, un mondo in cui la parola
“Pace” viene depauperata del proprio significato. Ma qualcuno a Pisa è riuscito, negli anni, a creare un
centro di studi “fuori dal coro”, in cui gli studenti possano cimentarsi nella ricerca di un'alternativa.
Oggi questo corso rischia di essere dimezzato, vanificandone sostanzialmente il progetto. I motivi sono
molteplici, dai tagli economici degli ultimi governi alla mancanza di sostegno politico affinché un corso
del genere esista.
I laureati in passato e coloro che si laureeranno prossimamente, saranno condannati a un’esistenza
puramente testimoniale di questo percorso formativo. L’Ateneo di Pisa, così come il Comune di Pisa
proclamatosi “Comune per la Pace”, si sono vantati in passato della presenza di questo fiore
all’occhiello e del prestigio che Scienze per la Pace ne dava. Ora, noi studenti siamo i promotori di una
difesa di questo patrimonio culturale che rischia di estinguersi. Per questo vogliamo dare concretezza a
ciò che studiamo, lottando senza violenza, affinché il corso non sia chiuso né resti a metà. La
completezza degli studi, data soltanto dal percorso quinquennale, è garanzia di un approccio serio e
scientifico alla nostra ricerca.
Il potere ha sempre temuto le critiche. Ma se uniamo le nostre voci, se facciamo sentire che siamo in
tanti e che questo corso è necessario, siamo sicuri che riusciremo ad evitare qualsiasi pericolo.
Per sostenerci firmate la petizione on line: http://www.petitiononline.com/savesplp/petition.html
oppure mandate una mail a scienzeperlapace@gmail.com
L’Assemblea degli studenti di Scienze per la Pace.
Pisa. 25 settembre 2009
Petition to save the only Peace Studies university course in Italy:
Pisa University's "Scienze per la Pace"1
The university course in Pisa, the only one of its kind in Italy, was set up out of a need for an
international culture of peace which came about after the second world war, when several institutions
were created in northern Europe and the USA, and which are still operating today. Our studies, which
are needed more and more, offer us the opportunity to find alternative, non-violent solutions to
conflict resolution. Our interdisciplinary approach is fundamental for the analysis of what is happening
in the world. In our opinion peace doesn't mean the mere absence of conflicts, it does mean active
construction of a better reality. Therefore, the quest for peace is led by a scientific approach and a
strategic study of various proposals and specific methods.
We think that our country needs the continuity of the non-violent culture of our philosophers and
masters that are studied all over the world, such as Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lanza dal Vasto,
Lorenzo Milani, Tonino Bello, Ernesto Balducci. This cultural continuity must remain in the academic
world of the Italian university. Teaching and training are necessary to avoid the decline of non-violent
philosophy, culture and experiences. Our course is based on them and we think they are the only tools
for a real change in our society. If Scienze per la Pace ceased to exist, the will to defend democratic
institutions both in Italy and in the rest of the world without using arms would be even weaker than
now. Peace studies cannot fail to be included and not have equal dignity within the Italian university
system. The Italian University needs a thorough course of peace studies to create new cognitive and
ethical foundations for politics and social action.
In an Italian and European context which is daily more and more more impervious to the needs of
those on the other side of Mediterranean Sea, in a geographic zone where the reply to the recent
economic and financial crisis can only be an alternative model of development for some time now a
fierce attack on culture in our country has been in act, an attack on any different voice and dissonant
idea. The meaning of the word "peace" is being impoverished. But there were some in Pisa who were
able to start up this different school. Today this course is in danger of being halved, frustrating its
purposes, its project. There are several reasons: from the government's cuts to the lack of any real
support inside the university for the existence of this course, which does not fit into the normal
scheme of things.
Students who have got their Bachelor’s or Master’s Degree over the years, and those who are going to
graduate soon, will be condemned to being simple witnesses of this university course. The University
and Municipality of Pisa (which likes to describe itself as a "peace municipality"), have praised
themselves in the past for the prestige that our course gave them, but now they are abandoning us. We,
the students, are standing as the only defence of this cultural heritage. We want to give concreteness to
what we study by struggling without violence so that this course will not close nor be halved.
Completeness of studies is the guarantee of a serious and scientific approach to our research.
Power will always be afraid of criticism. But if our voices join together, if there are large numbers of us
and if we can convince those who take the decisions that this course is necessary, we are sure we will be
able to hold off the threat.
To sign the petition go to http://www.petitiononline.com/savesplp/petition.html or send a mail to
salvascienzeperlapace@gmail.com
Signed by the Students Assembly of Scienze per la Pace
Pisa, 25th September 2009
1[literal translation: Sciences for Peace]

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Tuesday, September 29, 2009

Salone di Francoforte: qualche considerazione









La 63ma edizione del Salone di Francoforte sarà probabilmente ricordata come quella che ha inaugurato l’era della mobilità sostenibile. Ogni casa produttrice ha presentato infatti almeno un’ibrida o un’elettrica, accanto alle normali auto dotate del solo motore a combustione interna a benzina o diesel. E poi si sono viste tante auto a GPL e a metano.

È un passo avanti verso la sostenibilità ambientale, ma resta ancora molto cammino da fare. Per le auto elettriche dobbiamo considerare l’impatto ambientale su tutto il ciclo di vita: l’energia elettrica per ricaricare le batterie deve essere prodotta da fonti rinnovabili e le batterie devono essere riciclabili. I progressi ci sono, ma non si può parlare di ZEV (veicoli a zero emissioni), finchè tutto il ciclo di vita non sia a impatto zero.

La ricerca sta investendo sulle batterie per migliorare capacità, durata, riciclabilità, affidabilità, numero di cicli di carica/discarica, ottimizzazione peso/dimensioni e dei tempi di ricarica, insomma tutto lo sforzo è finalizzato a incrementare la densità energetica. L’attenzione e la ricerca sono indirizzate su vari tipi di batterie: litio-aria, zinco-aria, ioni di litio, litio-polimeri, zebra (salifusi), ecc… Ci sono poi le celle a combustibile, che sono pile, dove il combustibile è idrogeno, per alimentare motori elettrici. Anche qui vale lo stesso discorso per le batterie, l’idrogeno deve essere prodotto da fonti rinnovabili.

Le auto ibride sono una via di mezzo fra motori a combustione interna ed elettriche. C’è sempre la paura di finire l’energia delle batterie, se ci si trova in montagna o in luoghi remoti dove si possono ricaricare? Ecco allora l’ibrido, che funziona sia a benzina che elettrico, per cui se nel serbatoio c’è benzina sufficiente per ritornare a casa o ad un punto di ricarica l’utente è tranquillo! Anche le ibride chiaramente non possiamo chiamarle ZEV.

Per l’idrogeno ci sono considerazioni analoghe. Prima di realizzare una diffusione capillare di stazioni di servizio con pompe di rifornimento di idrogeno allo stato gassoso, passeranno tempi lunghi. Per cui se abbiamo un’auto elettrica alimentata a pile di combustibile ci sarà la paura di non farcela a raggiungere la stazione di servizio attrezzata. C’è allora chi pensa all’idrometano, una soluzione ibrida fra metano e idrogeno, se si finisce l’idrogeno si può andare a metano! Infatti per basse percentuali di idrogeno, fino al 15%, si può viaggiare tranquillamente con una miscela di idrometano con tutte le attuali auto e con gli autobus che viaggiano a metano. Qual è il vantaggio? Che viaggiando con idrometano, con idrogeno al 15%, le emissioni di CO2 si abbattono del 20%, purchè l’idrogeno sia stato prodotto da fonti rinnovabili. Inoltre c’è anche un miglioramento nel rendimento del motore.

Per i motori tradizionali non si capisce come mai ottengano l’omologazione auto con cilindrate elevatissime e con prestazioni da competizione quando in Europa non ci sono strade con velocità di progetto superiore a 130 km/h. Questi non sono certo veicoli ecologici! Nemmeno i SUV lo sono. I fuori strada sono molti pesanti, diventano perciò molto alti i consumi e quindi le emissioni inquinanti.

C’è poi un aspetto del quale poco si parla. Le norme dicono che i consumi dei veicoli debbono essere calcolati su rulli e non su strada, con gli attriti, con i pesi del conducente e dei passeggeri, con i bagagli, ecc…per cui nella realtà sono superiori del 20-40% ai dati forniti e pubblicizzati dalle case produttrici. Aumento dei consumi significa aumento dell’inquinamento e violazione degli Accordi di Kyoto sulle emissioni. Ci vuole onestà! L’onestà è sostenibile, la furberia e le speculazioni sono invece a svantaggio del prossimo e dell’ambiente!

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Monday, September 28, 2009

Effetto serra: la temperatura degli oceani è elevata









Come si può vedere dalla carta la temperatura media degli oceani è sopra la media in vaste zone, è una conferma che la "febbre" del pianeta aumenta.

Friday, September 25, 2009

Le domande esistenziali





















Le domande esistenziali, che ognuno nell’arco della propria vita prima o poi si pone ed a cui deve cercare di dare una risposta, sono essenzialmente cinque.
1. Chi siamo?
2. Cosa ci stiamo a fare sulla Terra?
3. Da dove veniamo?
4. Dove andremo?
5. Chi è la guida per il nostro tempo?
La consapevolezza di “essere” si costruisce cercando di rispondere a questi interrogativi. Già Socrate parlava dell’importanza del «Conosci te stesso.» Avere chiara la “missione” sull’astronave Terra è fondamentale, altrimenti non si va da nessuna parte. Ma qui non si cercherà di rispondere alle domande esistenziali. Per una ricerca più approfondita si rimanda a ciò che hanno scritto in proposito i grandi Maestri di Vita, ai testi di tutte le religioni, ai filosofi, nonché ai libri di numerosi autori che hanno trattato l’argomento.1 Ci limiteremo ad alcune asserzioni che sono patrimonio comune.
L’umanità, come tutte le specie viventi, per sopravvivere non può sfuggire alle “norme” che regolano l’esistenza dei singoli individui che la compongono e di sottostare alla “legge di adattamento” alle condizioni dell’ambiente in cui vive. Questa affermazione è frutto della convinzione nella teoria dell’evoluzione e dell’opinione che detta teoria non sia in contrasto con il concetto di “creazione” o di “intelligent design”2, reintrodotto recentemente sotto la spinta dell’evidenza prodotta dalle ricerche paleontologiche fatte con moderni metodi scientifici. La specie umana è sempre stata distinta, anche se ha attraversato la fase acquatica, quella a quattro zampe, fino a diventare bipede, come si può intravedere nello sviluppo del feto (la coda, le branchie). L’uomo non proviene né dai pesci né dalle scimmie, ma ha attraversato queste fasi nel processo di adattamento all’habitat terrestre. Per questo motivo la scimmia non diventa uomo e l’uomo non ritorna scimmia.
L’apparente dissonanza fra “creazionisti” ed “evoluzionisti” è facilmente rimovibile se prima si definisce cosa si intenda per “creazione”. Qui si identifica con essa l’universo in cui viviamo con le caratteristiche fisiche note alla scienza ed in continua evoluzione lungo l’asse del tempo, dal “big bang” ad oggi e avanti, fino al momento in cui qualcosa di non prevedibile, per ora, cambierà il processo. Si pensa, comunque, sulla base dell’esperienza e delle conoscenze attuali, che questo non avverrà prima di qualche miliardo di anni, almenoché l’umanità non contamini il pianeta con i suoi rifiuti, o con una guerra nucleare, chimica o batteriologica, in maniera irreparabile per la sopravvivenza della specie viventi. Se tutto andrà nel verso giusto, se la specie umana rinsavirà, la Terra sarà un habitat confortevole per l’umanità fino a quando il Sole non terminerà di bruciare il suo carburante, l’idrogeno, che utilizza per tramutarlo in elio e in calore. A quel punto il Sole diventerà una stella instabile, si espanderà, inghiottirà la Terra, ma per il momento non è un problema che ci interessa. Abbiamo ben altri problemi immediati da risolvere!
Con un’estensione più ampia si accetta in questo concetto di “creazione” anche la possibilità teorica dell’esistenza di altri universi a noi impercettibili. Non si considera quindi come “creazione” il risultato dell’applicazione letterale delle azioni di un dio personificato, come esposte nel racconto biblico. Si ritiene infatti che tale rappresentazione sia solo un formidabile tentativo di descrivere l’origine della realtà fisica ad individui con il livello di comprensione e cultura dei popoli in età biblica ed, allo stesso tempo, dare loro regole volte alla preservazione della specie ed all’elevazione spirituale dei suoi membri.
Parlando di “creazione” normalmente ci si riferisce ad un “creatore”. Non si entra in merito alle qualità di una tale entità, perché la sua essenza sfugge alla comprensione umana. Si afferma invece che, se un “creatore” esiste, Egli/Esso è trascendente, cioè “al di fuori e prima”3 della “creazione”, e quindi non immanente, dentro di essa, a manipolare le leggi fisiche, da Egli/Esso stesso introdotte, solo per compiacere l’umanità.4 Spetta all’uomo di adattarsi alla realtà fisica usando le sue capacità intellettuali ed il potere decisionale del “libero arbitrio”, di cui è dotato.
Sorvolando drasticamente su tutte le fasi dell’evoluzione della vita sulla Terra, si riassumono alcuni aspetti degli ultimi stadi che ci portano alla nostra realtà attuale. Dal punto di vista biologico l’essere umano appartiene al regno animale ed in particolare tra quegli esseri designati come “animali superiori”.
Secondo una grossolana e scorretta espressione si dice che essi si sono evoluti a partire dalle comuni primordiali forme di vita animale fino alla presente, avendo obbedito alla legge della sopravvivenza del più forte. In effetti secondo la teoria dell’evoluzione essi hanno rispettato la legge “del più adatto all’ambiente”5 in cui si sono sviluppati.
Questo implica che essi avevano acquisito oltre a caratteristiche strettamente biologiche, come per esempio la resistenza alle malattie, la capacità inconscia di gestire le risorse a disposizione (cibo, aria, acqua, materie prime, terreni agricoli, ecc...) in modo che ci fosse sufficiente disponibilità, sia per la loro vita che per la sopravvivenza delle generazioni successive.
Lo sfuggire a questa norma e i cambiamenti delle condizioni ambientali, al di sotto di un certo livello critico, hanno determinato la scomparsa di più di una specie. Questo è un fatto che si realizza inesorabilmente per entità biologiche molto meno complesse degli animali. Per esempio se un virus è troppo aggressivo uccide tutte le sue vittime prima che queste contagino altri individui determinando in questo modo la sua scomparsa.
Negli organismi più complessi esistono però anche altre condizioni molto importanti, come quella del rispetto di “regole sociali” che mantengano il corretto comportamento degli individui del gruppo (rispetto di gerarchie e priorità). Questo comportamento era di fatto ben osservato dagli animali superiori6 all’epoca dell’emersione della razza umana: le capacità intellettuali sviluppate durante la loro evoluzione, per quanto notevoli sul piano “tecnico”, erano essenzialmente di tipo esecutivo.
Il problema appare con “l’animale uomo” quando il livello e la qualità della sua intelligenza “migliorarono” in maniera tale che essa passò da esecutrice ad attrice, da puramente cognitiva a speculativa. Le pietre si trasformano in utensili. Gli utensili diventano armi da usare anche contro i propri simili. È il momento in cui un essere umano ha cominciato ad andare più in là del saper fare ed eseguire per arrivare a chiedersi perché, e magari prendere decisioni in contrasto con le leggi della “comunità” o della stessa “natura”. Per esempio, il controllo dell’istinto di arrivare alla leadership del gruppo, regolato nel passato dall’accettazione dell’autorità del vincitore ed in genere basato sulla pura forza fisica, viene contestato; è il primo passo verso il dominio di sé e verso il rispetto del prossimo nelle relazioni sociali. Ma esiste anche un processo degenerativo, spesso viene adottato ciò che la religione designa come vizi. Giusto un esempio: l’istinto all’accumulare per i tempi magri si trasforma nel desiderio di possedere anche il superfluo, senza limiti. Sono palesemente una deformazione delle regole del buon senso basate sull’esperienza millenaria.
L’uomo ha grandissime capacità infinitamente superiori agli animali: intelligenza, libero arbitrio, creatività immaginazione, capacità di astrazione, intuizione, ecc.. La specie umana appartiene in parte al regno animale ed in parte ad un regno superiore, che si può chiamare spirituale. In altre parole, l’uomo si trova al grado più alto del regno animale e a quello più basso del regno spirituale. Se tende verso il basso, diventa molto peggiore di un animale, avendo a disposizione intelligenza, volontà, immaginazione, fantasia, ecc… (viene raffigurato come un “demone”). Se invece tende verso l’alto, a nobili aspirazioni, eccelle su tutte le altre creature (è raffigurato come un “angelo” o “re dell’universo”). L’anima dell’uomo è come uno specchio, può volgersi verso “le tenebre” o verso la “luce”.

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Thursday, September 24, 2009

Cambiamenti climatici: la questione etica














Ethics are 'missing dimension' in climate debate, says IPCC head

23 September 2009

— The inequities and injustices that are likely to occur on a global level because of climate change mean that world leaders must carefully examine the moral and ethical dimensions of global warming, said Dr. Rajendra K. Pachauri, chairman of the Nobel Prize-winning Intergovernmental Panel on Climate Change.

"The impacts of climate change are going to be inequitable, unequal, and severe in many parts of the world," said Dr. Pachauri, who spoke today at a breakfast meeting at the Baha'i International Community offices.

"We have to think at a much higher level. And I think this is where ethics comes in so critically as the missing dimension in this debate," he said.

Dr. Pachauri's comments came at the official launch of an appeal, directed at world leaders gathered at this week's UN Summit on Climate Change, to emphasize the importance of the moral and ethical dimensions of global warming and its impact in their deliberations.

The appeal was drafted by the Baha'i International Community and has been signed by 25 nongovernmental organizations, religious groups, and policy institutes. The document calls on world leaders to "consider deeply the ethical and moral questions at the root of the climate change crisis."

"The quest for climate justice is not a competition for limited resources but part of an unfolding process towards greater degrees of unity among nations as they endeavor to build a sustainable, just and peaceful civilization," the appeal states.

Tahirih Naylor, a Baha'i representative to the United Nations, said the purpose of the document is to call attention to the fact that climate change is more than a political, economic and scientific problem.

"There is a moral and ethical dimension to climate change that must be addressed," said Ms. Naylor. "For example, we know that wealthy nations have contributed more to climate problems than the poor nations, and so there is an element of justice that must be considered in any long-term solution."

Dr. Pachauri said that while science can provide the building blocks for understanding the impact and likelihood of climate change, it will be important for citizens groups and individuals to provide the motivation for action.

"I feel you really cannot rely on the leaders, you really cannot rely on the nation states," he said. "You really need a groundswell of grassroots action and grassroots consciousness on what needs to be done. If that is happening, then leaders will follow."

  • Dr. Pachauri called for a "groundswell of grassroots action" on what needs to be done to address the challenge of global warming. He spoke in New York as world… »

He encouraged the representatives of civil society gathered for the breakfast meeting to continue to work to keep the moral and ethical issues front and center in the climate debate.

"You have to persevere and persist," he said. "If you do, you certainly will be able to change the nature of the debate."

He said, especially, that the long term impact of climate change on future generations must be taken into account. "Ethics demands that action has to be taken early," he said.

Dr. Pachauri also said he expects that whatever its outcome, the upcoming UN Climate Change Conference in Copenhagen in December is unlikely to be the final word on the subject.

"When the IPCC's fifth assessment comes out in 2013 or 2014, there will be a major revival of interest in action that has to be taken," said Dr. Pachauri, speaking of the periodic assessments rendered by the group of more than 400 scientists around the world that he leads. "People are going to say, 'My God, we are going to have to take action much faster than we had planned.'"

As chairman of the IPCC, Dr. Pachauri accepted the 2007 Nobel Peace Prize, which was awarded jointly to the IPCC and former U.S. Vice President Al Gore for their work in warning of the potential impact of global warming.

Among the organizations that have signed the appeal are the International Peace Research Association, Oxfam International, Society of Catholic Medical Missionaries, Solar Cookers International, Women Organizing for Change in Agriculture and Natural (WOCAN), and the Women's Environment and Development Organization (WEDO).


The document presented today is titled "Moral and Ethical Dimensions of Climate Change: Appeal to World Leaders." The text follows:

We, the undersigned non-governmental organizations in consultative status with the UN Economic and Social Council, leaders of the world's religions, and other members of civil society, urge the governments of the world to participate in the UN High Level Event on Climate Change through representatives at the highest level and unequivocally call on them to:

– Consider deeply the ethical and moral questions at the root of the climate change crisis-questions of justice and equity that will determine the survival of cultures, ecosystems, and present as well as future generations;

– Recognize that the quest for climate justice is not a competition for limited resources but part of an unfolding process towards greater degrees of unity among nations as they endeavor to build a sustainable, just and peaceful civilization;

– Distinguish their contributions to this High-Level Event by demonstrating trust, justice, solidarity, and a vision of prosperity for the most vulnerable populations;

– Demonstrate courage and moral leadership as they articulate the vision and secure the foundations for a comprehensive and legally binding agreement during the 15th Conference of the Parties to the UNFCC and the 5th Meeting of the Parties to the Kyoto Protocol in December 2009; and

– Ensure that commitments in all arenas of the climate change challenge are guided by ethical and moral considerations so as to inspire the trust and confidence of individuals, communities and institutions to effect the changes needed to build a sustainable civilization.

We call on the gathered leaders to summon the same spirit and sense of urgency that led to the creation of the United Nations, to forge a climate change agreement worthy of the trust of humankind.

Baha'i International Community,
Company of the Daughters of Charity of St. Vincent de Paul,
Congregation of Notre Dame,
The Congregations of St. Joseph,
The Fellowship of Reconciliation,
Franciscans International,
GRATIS Foundation,
Initiatives of Change International,
International Peace Research Association,
International Presentation Association of the Sisters of the Presentation,
International Public Policy Institute,
International Women's Anthropology Conference,
Loretto Community,
Oxfam International,
Passionists International,
School Sisters of Notre Dame,
Sisters of Charity Federation,
Sisters of Notre Dame de Namur,
Society of Catholic Medical Missionaries,
Solar Cookers International,
SustainUS,
UNANIMA International,
WEDO,
WOCAN

Fonte: http://news.bahai.org/story/729


Wednesday, September 23, 2009

Cambiamenti climatici: scioglimento dei ghiacciai


































I ghiacciai in tutto il mondo si stanno sciogliendo a causa della contaminazione dell'atmosfera prodotta dalle emissioni, dalle deforestazioni, dagli incendi dei boschi, ecc...

La NASA presenta le foto dello sgioglimento dei ghiacci nei sei continenti:


http://notizie.virgilio.it/cronaca/ghiacciai_meraviglie_in_estinzione.html

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Tuesday, September 22, 2009

Vertice ONU sul clima: prove di accordi


















Foto: http://ulisse.sissa.it/immagini/Uimg080117x001/image_preview

I leader del mondo oggi si incontrano oggi al Palazzo di Vetro per discutere di cambiamenti climatici.
Continua la maratona in vista del summit di Copenaghen a dicembre. I cambiamenti cliamtici sono un'opportunità per l'umanità per arrivare a decisioni condivise universalmente.


http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Mondo/2009/09/clima-troppa-lentezza.shtml?uuid=efa402d4-a744-11de-bb8f-0a0de7afd1a1&DocRulesView=Libero


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Sunday, September 20, 2009

Uragano Marty verso il settimo continente, di plastica


L'uragano Marty sta puntando verso il settimo continente, di rifiuti di plastica, fra la California e le Hawaii.

Avremo una pioggia di plastica sulle coste del Pacifico?


Friday, September 18, 2009

Salone di Francoforte




http://www.omniauto.it/magazine/9535/salone-di-francoforte-2009-la-spina-attaccata-




Arrivano le auto elettriche ed ibride al Salone di Francoforte.


E' importante però che l'energia per ricaricare le batterie sia prodotta da fonti rinnovabili e che le batterie siano riciclabili.


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Wednesday, September 16, 2009

Ricercare il positivo






















La mente è incline a vedere il negativo nelle persone e nelle cose
.

Dobbiamo invece allenare la mente a scoprire e a valorizzare le qualità delle persone , anzichè sui difetti, nonchè a cercare di bilanciare l'informazione con notizie positive.


Fa bene alla salute fisica, mentale e spirituale.

Sergio Tripi ha creato da tempo un'Agenzia informativa di buone notizie:

http://www.goodnewsagency.org/



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Tuesday, September 15, 2009

Alcuni scenari ipotizzati per i cambiamenti climatici















Alcuni scienziati inglesi ipotizzano alcuni scenari per i cambiamenti climatici, come si legge su:

http://www.meteogiornale.it/news/read.php?id=20861

Se Dio ha creato l'uomo e tutto quello che c'è sulla Terra accorrerà in nostro aiuto... forse è l'ora di chiedere aiuto anche alle forze spirituali oltre che impegnarsi personalmente per uno sviluppo globale equo, sostenibile, etico!

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Monday, September 14, 2009

Energie rinnovabili


















Per un'analisi complessiva sull'energia prodotta dalle rinnovabili credo che si debba tenere conto anche di altri elementi.
Per esempio, il costo di una centrale che produce energia, non devrrebbe essere quantificato in $ o Euro, bensì in unità energetica, che esprima l'energia utilizzata per realizzarla, ovunque nel mondo, eliminando di conseguenza tutti i ricarichi speculativi e immorali che invece sono conteggiati quando si parla di costo monetario.

Altro fattore importante è che l'energia deve rientrare fra i diritti fondamentali da garantire ad ogni cittadino del mondo, possiamo accordarci sul valore a seconda della latitudine (per esempio 10, 20, o 30 kWh), e deve essere erogata al prezzo di costo e prodotta con le fonti rinnovabili.


Questo è il primo livello economico.

Una volta che tutti i cittadini del mondo abbiano garantita una quantità minima di energia, allora si può fare anche businsess (economia di secondo livello).

Ciò naturalmente presuppone che l'umanità raggiunga il riconoscimento politico e giuridico per cominciare a lavorare sulla Dichiarazione Universale dei Doveri dell'Uomo e dei Popoli, in quanto per salvaguardare dei diritti, come quello di avere una quantità minima di energia, occorre rispettare dei doveri.

Oggi assistiamo a tante violazioni sui diritti umani, sull'ambiente e sulle risorse, proprio perchè non c'è ancora il soggetto giuridico umanità. Le risorse non sono beni delle nazioni che le detengono, bensì patrimonio di tutta l'umanità. Ma finchè non ci sarà tale riconosciumento le risorse non potranno essere salvaguardate, protette e distribuite equamente.


Vi invito a leggere un opuscoletto di poche pagine che fu distribuito agli studenti delle scuole di Perugia, curato da me e Nazzareno Gottardi.
Ecco il link:

http://www.marcobresci.it/docs/alimentazione_energia_diritti_fondamentali.pdf

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Thursday, September 10, 2009

Energia dai deserti



















http://www.landartgenerator.org/blagi/archives/127


Volendo si potrebbe produrre tutta l'energia di cui l'umanità ha bisogno con pannelli solari fotovolatici nei deserti.

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Wednesday, September 09, 2009

L'uovo di CO2lombo


















Foto: La Quercia delle Streghe, S, Martino, Capannori (LU), ha 600 anni.




Un contributo determinante per ridurre la CO2 in atmosfera può essere attuato semplicemente piantando alberi.

Ecco qui uno studio:


http://spanusoft.altervista.org/LuovodiCO2lombo.htm

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Tuesday, September 08, 2009

Summit di Copenaghen: - 90 giorni








Fonte: http://unfccc.int/2860.php

Ancora 90 giorni al summit di Copenaghen sui cambiamenti climatici. Su questo sito c'è il conto alla rovescia e si riportano le ultime novità.

Ce la faranno le nazioni a trovare un accordo per la riduzione dei gas serra?

Occorre una sensibilizzazione ed una mobilitazione dell'opinione pubblica, l'incontro di Copenaghen è un'occasione importante per migliorare la qualità della vita sulla Terra, per proteggere e salvaguqardare le risorse della Terra, per riconoscere il bene comune mondiale, il pianeta, come patrimonio dell'umanità.

A Rio de Janeiro nel 1992 furono presi accordi importanti, come quello per l'eliminazione della produzione dei CFC che distruggono l'ozono nella stratosfera.

Oggi la minaccia è la contaminazione dell'atmosfera: crescono l'anidride carbonica ed il gas metano che aumentano l'effetto serra. Ciò determina un aumento di temperatura media planetaria, ovvero più energia in gioco che favoriscono eventi meteo estremi. La grandine è più grossa, le piogge sono tropicali, i venti impetuosi, le siccità più dure, ecc...

L'umanità ed il pianeta sono malati, hanno bisogno di aiuto. La qualità della vita di ogni individuo dipende dallla qualità di tutto il sistema vivente.


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Monday, September 07, 2009

Idee senza frontiere















http://e-p-a-p.com/publications/bookcard.php?isbn=9788883980480


Questo libro è ancora attualissimo!
Aspetto commenti e idee da coloro che lo hanno letto!

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Friday, September 04, 2009

Clima: discorso del Segretario Generale delle Nazioni Unite

















http://www.asca.it/news-CLIMA__BAN_KI_MOON__IL_MONDO_E__SULL_ORLO_DEL_PRECIPIZIO_(SERVIZIO)-856599-ORA-.html


Thursday, September 03, 2009

Energia rinnovabile senza aria calda












Si può scaricare un libro molto interessante ed esauriente dal sito:

http://www.withouthotair.com/

Energia rinnovabile senza l'aria calda, overo senza produrre gas serra, di David Mackey.

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Wednesday, September 02, 2009

Incendi a Los Angeles


















Vedendo le immagini degli incendi catastrofici in California attorno a Los Angeles ci si chiede: ci sono tante portaerei con aerei da guerra, portaelicotteri con elicotteri da guerra, centinaia di migliaia di aerei da combatttimento, ecc... ma come mai non esistono portaerei con aerei antincendio, portaelicotteri con elicotteri di soccorso o antincendio, più navi e aerei di supporto nella lotta agli incendi e nel soccorso nei casi di calamità?

Si deve sperare ed aspettare che ci pensi l'uragano Jimena a spegnere gli incendi di Los Anegeles?

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Tuesday, September 01, 2009

E' una questione di sicurezza nazionale






















Fonte: http://cv-lav
oro.org/blog/wp-content/uploads/2008/07/montagnadilavorosv3.jpg


Spesso
si sente dire: "E' una questione di sicurezza nazionale...!, ha la precedenza su tutto il resto...".

Eppure le questioni di carattere planetario (come le emergenze planetarie, la distribuzione delle risorse, la qualità del'ambiente) hanno una priorità ed una importanza superiore alle questioni di sicurezza nazionale.

Chi oggi lavora in spirito di servizio per l'intera umanità, al di sopra di qualsiaisi interesse particolaristico, è un pioniere della nuova epoca, l'era dell'unità. Il pensiero e l'azione coerente sono il lievito del mondo, la nuova civiltà mondiale si costruisce giorno per giorno servendo l'umanità ed il pianeta.

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