insintonia

Per essere in sintonia con se stessi, con gli altri e con l'ambiente

Friday, September 12, 2008

Evoluzione o declino?











Giovedì 2 ottobre 2008, alle ore 20, presso il Ristorante DADA, in Piazza Giovanni XXIII, Pistoia, cena - buffet (prezzo speciale).

Alle ore 21:30 seguirà un incontro dibattito sul tema

Evoluzione o declino?
Un punto di vista sull'era che stiamo vivendo.

Marco Bresci introdurrà la serata con una presentazione di diapositive sotto il loggiato dell’Ospedale del Ceppo.

L'ingresso è libero.

Wednesday, September 10, 2008

Progettare verde a Pistoia e nel mondo















Pistoia è la capitale europea dei vivai per la produzione e l’esportazione di piante. È certamente un motivo di orgoglio per i pistoiesi. Le prospettive di lavoro sono buone anche per il medio - lungo termine: la contaminazione dell’atmosfera e l’effetto serra si combattono abbattendo le emissioni, piantando alberi, proteggendo il territorio da nuovi insediamenti e infrastrutture. La domanda di piante ed alberi è destinata inevitabilmente a salire nel tempo.
Tuttavia i turisti che visitano Pistoia non si rendono conto di essere nella “capitale dei verde”: mancano piante e fiori sui balconi delle strade, gli spazi verdi sono limitati, i giardini pubblici sono insufficienti e non molto curati, non ci sono aiuole e alberi nelle vie del centro e della periferia, ecc... Molti ricorderanno gli antichi viali di lecci in Corso Gramsci, Corso Silvano Fedi, Corso Amendola, piazza Garibaldi, ecc… è rimasto ben poco! Solo viale Arcadia è un viale degno di questo nome, con un doppio filare di lecci. Altre strade e viali, come viale Adua, hanno filari di alberi che sono stati circondati alla base da asfalto o cemento e quindi non hanno certo buone prospettive di vita.
A pochi chilometri c’è Montecatini Terme, con splendidi parchi pubblici e con un arredo urbano verde nell’area pedonale da far invidiare il capoluogo di provincia! Quei parchi un modello da imitare.
I vivaisti pistoiesi potrebbero farsi promotori e sponsor di una ipotesi di progetto per ricostituire nella nostra città gli antichi viali, con piantagione di alberi e aiuole lungo le strade principali, nelle zone periferiche e industriali, nonché su percorsi ciclopedonali. Sempre più persone amano camminare, fare footing, andare in bicicletta o fare picnic nel verde. Per questo molte Amministrazioni progettano delle cinture verdi (green belt) attorno alle città, ad anello, con una larghezza di diversi chilometri. Le città che hanno conservato una significativa cintura verde hanno un clima più favorevole, perché in assenza di vento vero e proprio si forma un venticello termico, una brezza (tra la zona verde, più fresca, e quella cementificata, più calda). Esempi nel mondo sono Francoforte e Londra. La brezza è importante contro l’afa dei mesi estivi, ma è fondamentale anche per disperdere gli inquinanti dell’aria.
Pistoia potrebbe realizzare dei percorsi ciclopedonali lungo la periferia, collegando quelli già esistenti, come quello lungo l’Ombrone con il parco di Villone Puccini ad altri da realizzare, come per esempio sui torrenti Brana e Stella.
Gli alberi producono ossigeno atmosferico, purificano l’aria, mitigano il caldo estivo. Una casa od un’azienda immersa nel verde consuma meno energia per il raffrescamento. Una città o un quartiere senza prati ed alberi si surriscalda. Pistoia è sempre più calda d’estate. Chi di noi non ha provato a fare a piedi nel periodo estivo il percorso stazione ferroviaria – Biblioteca San Giorgio? Ebbene il Sole cocente e l’assenza di alberi attorno alla biblioteca, lungo via Pertini, via Pacinotti, ecc… rende disagevole tale percorso. Occorre imitare gli asiatici, utilizzare l’ombrello per proteggersi dal Sole in quei tratti! Perché non realizzare invece un percorso ciclopedonale nel verde con alberi ad alto fusto lungo via Pertini?
Pure i parcheggi asfaltati, come quelli nell’area ex-Breda, anziché su prato o su mattonelle che lasciano crescere l’erba, ed alberati hanno molti svantaggi: non assorbono l’acqua piovana, consumano irrimediabilmente prezioso territorio fertile, determinano un aumento della temperatura (l’asfalto di colore nero assorbe e rende il calore per molte ore durante la notte) e del disagio. C’è anche l’aspetto energetico non trascurabile: se la biblioteca fosse circondata da alberi di alto fusto, risparmierebbe energia per il raffrescamento estivo. L’installazione di condizionatori determina un consumo di energia elettrica ottenuta bruciando combustibili fossili (petrolio, carbone, metano) che incrementano l’effetto serra, è un serpente che si mangia la coda se non si utilizzano le fonti rinnovabili.
Nella nostra città ci sono però anche aspetti positivi Le rotatorie di recente costruzione sono ricche di aiuole, prati verdi ed alberi e costituiscono un esempio di arredo urbano. La rotatoria a La Vergine caratterizza Pistoia per l’area verde, ben curata e illuminata di notte. C’è però il problema dei pedoni e delle biciclette: gli utenti deboli hanno difficoltà nell’attraversamento delle tre corsie per il forte rischio di essere travolti. Per ovviare a ciò la Commissione Mobilità dell’Automobile Club Pistoia ha proposto recentemente alla locale Amministrazione di realizzare sopra un bel “ponte dei fiori” ciclopedonale sopra la rotatoria, da via Machiavelli fino alla ciclabile di via Bonellina. Indubbiamente un ponte con fiori ricadenti, piante, rampicanti ed alberi lungo tutto il suo percorso sarebbe un ottimo biglietto d’ingresso per la “capitale del verde”, e si accorderebbe con l’ottimo arredo della rotatoria. Uscendo dal casello autostradale di Pistoia i visitatori troverebbero subito un monumento al verde, con le insegne degli sponsor dei vivaisti. Inoltre, riqualificando la ciclabile di via Bonellina da una parte, e dall’altra realizzando i raccordi con la ciclabile sotto il tunnel ferroviario che collegherà via Pertini con la rotatoria dell’Annona, si otterrebbe la prima ciclabile dalla stazione ferroviaria fino a Bonelle. Da lì si potrebbero studiare percorsi per il cicloturismo attraverso i vivai. Sempre più stranieri che vengono in Italia chiedono dell’esistenza o meno di percorsi ciclabili.
Perché non spingere lo sguardo, nel progettare verde, oltre Pistoia, dato che “la Terra è un solo Paese e l’umanità i suoi cittadini”? Fra i reati contro l’umanità c’è l’alterazione dell’alimentazione. È certamente auspicabile un ritorno alla produzione in loco di ciò che serve: prodotti agricoli e artigianali, per ridurre il traffico e l’inquinamento del trasporto delle merci. Un’alimentazione più sana, costituita da prodotti locali, freschi e di stagione, apporterebbe vantaggi alla salute e ai bilanci dei sistemi sanitari nazionali. L’agricoltura è al centro dello sviluppo di una società; per salvaguardare la qualità occorre la rotazione delle colture, la diversificazione delle piantagioni, il riposo ciclico dei terreni, l’utilizzo di concimi naturali. Si avverte la necessità di una riforma che valorizzi in tutto il mondo l’agricoltura naturale (biologica). Essa giova non solo alla salute, ma crea anche posti di lavoro locale. La salute umana è legata a quella dell’ambiente in cui si vive. Le rapide modificazioni climatiche hanno determinato una insistente provenienza dei venti dall’Africa, con rialzo termico d’estate e d’inverno per tutta l’Europa. L’Italia centro-meridionale rischia la desertificazione. Quando le stagioni erano regolari in montagna vi era il classico temporale estivo pomeridiano quotidiano. I boschi avevano il terreno sempre umido. Adesso non è più così, passano anche dei mesi senza pioggia ed il terreno sotto i boschi di abeti, faggi, querce e castagni è polveroso. Gli alberi soffrono la siccità, se l’habitat boschivo crolla lo fa tutto insieme e la prospettiva è montagne calve con aree verdi residue lungo fiumi e ruscelli, come sulla Calvana, sopra Prato, o nel Meridione. Se gli alberi muoiono, la pioggia poi fa il resto lavando togliendo l’humus e il terreno fertile, dimodochè tutto diventa sterile nel giro di poco tempo.
Che cosa fare? È il momento di affrontare questi problemi su scala mondiale. Per abbassare la temperatura occorre aumentare le superfici verdi. Israele insegna che si possono vincere i deserti piantando alberi. Si potrebbe allora fare altrettanto in Mauritania, Tunisia, Marocco, Algeria, Libia, Egitto, Libano, ecc…, affinché i venti che spirano dal Sahara sull’Europa, sempre più frequenti e insistenti, siano meno caldi. In questo modo si potrebbe mitigare l’aumento termico delle acque del Mediterraneo, della terraferma e dell’aria nel sud Europa e nell’Africa sopra l’equatore. Ci sono piante che resistono alla siccità, come palme e cactus. Questo si può fare solo se si ha energia per i dissalatori, per “pompare” e distribuire acqua dolce su coltivazioni di piante grasse o comunque resistenti alla siccità. Tale energia può essere ottenuta dal Sole, che ci rifornisce gratuitamente ed illimitatamente di energia.
In una seconda fase, una volta che sono aumentate l’umidità e le piogge locali, grazie alla vegetazione, si può prevedere la sostituzione con alberi e la realizzazione di campi per la produzione agricola.
Tutto questo, come accennato sopra, con dissalatori solari per fornire l’acqua necessaria per l’irrigazione. Gli impianti di pompaggio ad energia solare dovrebbero portare l’acqua dal mare ai dissalatori e da questi alle aree da irrigare, con impianti di irrigazione a goccia. Il tutto va progettato studiando sul luogo la composizione del terreno, per la scelta delle piante più opportune per quelle condizioni climatiche ed in base alle caratteristiche specifiche del terreno. In tali aree desertiche coltivate aumenta l’umidità, piove di più, il clima si mitiga, è possibile per l’uomo costruire città, offrire posti di lavoro e sviluppo, favorire una migrazione inversa nei decenni futuri. Del resto un tempo nei deserti c’erano foreste, però oggi l’uomo ha le conoscenze e le tecnologie per ricostruire superficie boschive anche in aree sfavorevoli. Tutta la Terra potrebbe diventare uno splendido giardino!
Tale progetto internazionale a favore del clima, del territorio e dello sviluppo locale potrebbe essere promosso e sponsorizzato proprio dai vivaisti pistoiesi, che con la loro esperienza nel settore, grazie alla fiducia acquisita a livello internazionale, potrebbero sostenerlo e condurlo in prima persona.
Per coltivare il deserto non c’è bisogno solo di acqua prodotta da dissalatori ad energia solare, ma anche di humus e di concimi naturali. Secondo gli studi del dott. Aldo Cecchini esiste una specie di equazione: humus + calciocianamide polvere oleata = fertilità dei terreni. Si potrebbe quindi produrre la calciocianamide (CaCN2) nei deserti con impianti alimentati ad energia solare, utilizzandola per rendere fertili e coltivabili le aree desertiche. Sempre secondo Aldo Cecchini, sono necessari 300 kWh (corrispondente a circa 28 litri di gasolio) per produrre 100 kg, e ne occorrono 2 - 3 quintali per ettaro coltivato. L’humus si potrebbe ottenere dai rifiuti organici delle Nazioni industrializzate e dagli escrementi di allevamenti equini, bovini e ovini nelle aree adesso desertiche. (cfr. Aldo Cecchini, “Alternative”, Celani Editore, Marina di Massa, maggio 1988.
Il primo passo potrebbe essere un convegno internazionale a Pistoia sul tema “vincere i deserti” nel quale illustrare un progetto da realizzare in decine di anni con benefici immensi per l’umanità, evitando gli errori commessi dai Paesi sviluppati. È fondamentale evitare la contaminazione delle falde per l’uso di pesticidi, diserbanti, anticrittogamici, antiparassitari, ecc... Dalle ultime stime si calcola che nel mondo siano morte circa il 40% delle api ed una delle cause è l’uso dei veleni usati in agricoltura. La scomparsa delle api rende problematica l’impollinazione con tutte le conseguenze facilmente immaginabili per i raccolti.
Come secondo passo, il convegno potrebbe diventare itinerante, trasferirsi nei Paesi della fascia Sahariana che lambiscono in Mediterraneo, per sensibilizzare le Autorità ed i mass-media locali. Tutto ciò significherebbe lavoro per i vivaisti per decine di anni e un riconoscimento universale per un impegno nobile nella storia dell’umanità. Accetteranno i vivaisti pistoiese tale sfida?

Marco Bresci –
www.marcobresci.it


Bibliografia

Marco Bresci, “Idee senza frontiere”, European Press Academic Publishing, 2007
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