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Tuesday, September 29, 2009

Salone di Francoforte: qualche considerazione









La 63ma edizione del Salone di Francoforte sarà probabilmente ricordata come quella che ha inaugurato l’era della mobilità sostenibile. Ogni casa produttrice ha presentato infatti almeno un’ibrida o un’elettrica, accanto alle normali auto dotate del solo motore a combustione interna a benzina o diesel. E poi si sono viste tante auto a GPL e a metano.

È un passo avanti verso la sostenibilità ambientale, ma resta ancora molto cammino da fare. Per le auto elettriche dobbiamo considerare l’impatto ambientale su tutto il ciclo di vita: l’energia elettrica per ricaricare le batterie deve essere prodotta da fonti rinnovabili e le batterie devono essere riciclabili. I progressi ci sono, ma non si può parlare di ZEV (veicoli a zero emissioni), finchè tutto il ciclo di vita non sia a impatto zero.

La ricerca sta investendo sulle batterie per migliorare capacità, durata, riciclabilità, affidabilità, numero di cicli di carica/discarica, ottimizzazione peso/dimensioni e dei tempi di ricarica, insomma tutto lo sforzo è finalizzato a incrementare la densità energetica. L’attenzione e la ricerca sono indirizzate su vari tipi di batterie: litio-aria, zinco-aria, ioni di litio, litio-polimeri, zebra (salifusi), ecc… Ci sono poi le celle a combustibile, che sono pile, dove il combustibile è idrogeno, per alimentare motori elettrici. Anche qui vale lo stesso discorso per le batterie, l’idrogeno deve essere prodotto da fonti rinnovabili.

Le auto ibride sono una via di mezzo fra motori a combustione interna ed elettriche. C’è sempre la paura di finire l’energia delle batterie, se ci si trova in montagna o in luoghi remoti dove si possono ricaricare? Ecco allora l’ibrido, che funziona sia a benzina che elettrico, per cui se nel serbatoio c’è benzina sufficiente per ritornare a casa o ad un punto di ricarica l’utente è tranquillo! Anche le ibride chiaramente non possiamo chiamarle ZEV.

Per l’idrogeno ci sono considerazioni analoghe. Prima di realizzare una diffusione capillare di stazioni di servizio con pompe di rifornimento di idrogeno allo stato gassoso, passeranno tempi lunghi. Per cui se abbiamo un’auto elettrica alimentata a pile di combustibile ci sarà la paura di non farcela a raggiungere la stazione di servizio attrezzata. C’è allora chi pensa all’idrometano, una soluzione ibrida fra metano e idrogeno, se si finisce l’idrogeno si può andare a metano! Infatti per basse percentuali di idrogeno, fino al 15%, si può viaggiare tranquillamente con una miscela di idrometano con tutte le attuali auto e con gli autobus che viaggiano a metano. Qual è il vantaggio? Che viaggiando con idrometano, con idrogeno al 15%, le emissioni di CO2 si abbattono del 20%, purchè l’idrogeno sia stato prodotto da fonti rinnovabili. Inoltre c’è anche un miglioramento nel rendimento del motore.

Per i motori tradizionali non si capisce come mai ottengano l’omologazione auto con cilindrate elevatissime e con prestazioni da competizione quando in Europa non ci sono strade con velocità di progetto superiore a 130 km/h. Questi non sono certo veicoli ecologici! Nemmeno i SUV lo sono. I fuori strada sono molti pesanti, diventano perciò molto alti i consumi e quindi le emissioni inquinanti.

C’è poi un aspetto del quale poco si parla. Le norme dicono che i consumi dei veicoli debbono essere calcolati su rulli e non su strada, con gli attriti, con i pesi del conducente e dei passeggeri, con i bagagli, ecc…per cui nella realtà sono superiori del 20-40% ai dati forniti e pubblicizzati dalle case produttrici. Aumento dei consumi significa aumento dell’inquinamento e violazione degli Accordi di Kyoto sulle emissioni. Ci vuole onestà! L’onestà è sostenibile, la furberia e le speculazioni sono invece a svantaggio del prossimo e dell’ambiente!

www.marcobresci.it



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