insintonia

Per essere in sintonia con se stessi, con gli altri e con l'ambiente

Friday, September 25, 2009

Le domande esistenziali





















Le domande esistenziali, che ognuno nell’arco della propria vita prima o poi si pone ed a cui deve cercare di dare una risposta, sono essenzialmente cinque.
1. Chi siamo?
2. Cosa ci stiamo a fare sulla Terra?
3. Da dove veniamo?
4. Dove andremo?
5. Chi è la guida per il nostro tempo?
La consapevolezza di “essere” si costruisce cercando di rispondere a questi interrogativi. Già Socrate parlava dell’importanza del «Conosci te stesso.» Avere chiara la “missione” sull’astronave Terra è fondamentale, altrimenti non si va da nessuna parte. Ma qui non si cercherà di rispondere alle domande esistenziali. Per una ricerca più approfondita si rimanda a ciò che hanno scritto in proposito i grandi Maestri di Vita, ai testi di tutte le religioni, ai filosofi, nonché ai libri di numerosi autori che hanno trattato l’argomento.1 Ci limiteremo ad alcune asserzioni che sono patrimonio comune.
L’umanità, come tutte le specie viventi, per sopravvivere non può sfuggire alle “norme” che regolano l’esistenza dei singoli individui che la compongono e di sottostare alla “legge di adattamento” alle condizioni dell’ambiente in cui vive. Questa affermazione è frutto della convinzione nella teoria dell’evoluzione e dell’opinione che detta teoria non sia in contrasto con il concetto di “creazione” o di “intelligent design”2, reintrodotto recentemente sotto la spinta dell’evidenza prodotta dalle ricerche paleontologiche fatte con moderni metodi scientifici. La specie umana è sempre stata distinta, anche se ha attraversato la fase acquatica, quella a quattro zampe, fino a diventare bipede, come si può intravedere nello sviluppo del feto (la coda, le branchie). L’uomo non proviene né dai pesci né dalle scimmie, ma ha attraversato queste fasi nel processo di adattamento all’habitat terrestre. Per questo motivo la scimmia non diventa uomo e l’uomo non ritorna scimmia.
L’apparente dissonanza fra “creazionisti” ed “evoluzionisti” è facilmente rimovibile se prima si definisce cosa si intenda per “creazione”. Qui si identifica con essa l’universo in cui viviamo con le caratteristiche fisiche note alla scienza ed in continua evoluzione lungo l’asse del tempo, dal “big bang” ad oggi e avanti, fino al momento in cui qualcosa di non prevedibile, per ora, cambierà il processo. Si pensa, comunque, sulla base dell’esperienza e delle conoscenze attuali, che questo non avverrà prima di qualche miliardo di anni, almenoché l’umanità non contamini il pianeta con i suoi rifiuti, o con una guerra nucleare, chimica o batteriologica, in maniera irreparabile per la sopravvivenza della specie viventi. Se tutto andrà nel verso giusto, se la specie umana rinsavirà, la Terra sarà un habitat confortevole per l’umanità fino a quando il Sole non terminerà di bruciare il suo carburante, l’idrogeno, che utilizza per tramutarlo in elio e in calore. A quel punto il Sole diventerà una stella instabile, si espanderà, inghiottirà la Terra, ma per il momento non è un problema che ci interessa. Abbiamo ben altri problemi immediati da risolvere!
Con un’estensione più ampia si accetta in questo concetto di “creazione” anche la possibilità teorica dell’esistenza di altri universi a noi impercettibili. Non si considera quindi come “creazione” il risultato dell’applicazione letterale delle azioni di un dio personificato, come esposte nel racconto biblico. Si ritiene infatti che tale rappresentazione sia solo un formidabile tentativo di descrivere l’origine della realtà fisica ad individui con il livello di comprensione e cultura dei popoli in età biblica ed, allo stesso tempo, dare loro regole volte alla preservazione della specie ed all’elevazione spirituale dei suoi membri.
Parlando di “creazione” normalmente ci si riferisce ad un “creatore”. Non si entra in merito alle qualità di una tale entità, perché la sua essenza sfugge alla comprensione umana. Si afferma invece che, se un “creatore” esiste, Egli/Esso è trascendente, cioè “al di fuori e prima”3 della “creazione”, e quindi non immanente, dentro di essa, a manipolare le leggi fisiche, da Egli/Esso stesso introdotte, solo per compiacere l’umanità.4 Spetta all’uomo di adattarsi alla realtà fisica usando le sue capacità intellettuali ed il potere decisionale del “libero arbitrio”, di cui è dotato.
Sorvolando drasticamente su tutte le fasi dell’evoluzione della vita sulla Terra, si riassumono alcuni aspetti degli ultimi stadi che ci portano alla nostra realtà attuale. Dal punto di vista biologico l’essere umano appartiene al regno animale ed in particolare tra quegli esseri designati come “animali superiori”.
Secondo una grossolana e scorretta espressione si dice che essi si sono evoluti a partire dalle comuni primordiali forme di vita animale fino alla presente, avendo obbedito alla legge della sopravvivenza del più forte. In effetti secondo la teoria dell’evoluzione essi hanno rispettato la legge “del più adatto all’ambiente”5 in cui si sono sviluppati.
Questo implica che essi avevano acquisito oltre a caratteristiche strettamente biologiche, come per esempio la resistenza alle malattie, la capacità inconscia di gestire le risorse a disposizione (cibo, aria, acqua, materie prime, terreni agricoli, ecc...) in modo che ci fosse sufficiente disponibilità, sia per la loro vita che per la sopravvivenza delle generazioni successive.
Lo sfuggire a questa norma e i cambiamenti delle condizioni ambientali, al di sotto di un certo livello critico, hanno determinato la scomparsa di più di una specie. Questo è un fatto che si realizza inesorabilmente per entità biologiche molto meno complesse degli animali. Per esempio se un virus è troppo aggressivo uccide tutte le sue vittime prima che queste contagino altri individui determinando in questo modo la sua scomparsa.
Negli organismi più complessi esistono però anche altre condizioni molto importanti, come quella del rispetto di “regole sociali” che mantengano il corretto comportamento degli individui del gruppo (rispetto di gerarchie e priorità). Questo comportamento era di fatto ben osservato dagli animali superiori6 all’epoca dell’emersione della razza umana: le capacità intellettuali sviluppate durante la loro evoluzione, per quanto notevoli sul piano “tecnico”, erano essenzialmente di tipo esecutivo.
Il problema appare con “l’animale uomo” quando il livello e la qualità della sua intelligenza “migliorarono” in maniera tale che essa passò da esecutrice ad attrice, da puramente cognitiva a speculativa. Le pietre si trasformano in utensili. Gli utensili diventano armi da usare anche contro i propri simili. È il momento in cui un essere umano ha cominciato ad andare più in là del saper fare ed eseguire per arrivare a chiedersi perché, e magari prendere decisioni in contrasto con le leggi della “comunità” o della stessa “natura”. Per esempio, il controllo dell’istinto di arrivare alla leadership del gruppo, regolato nel passato dall’accettazione dell’autorità del vincitore ed in genere basato sulla pura forza fisica, viene contestato; è il primo passo verso il dominio di sé e verso il rispetto del prossimo nelle relazioni sociali. Ma esiste anche un processo degenerativo, spesso viene adottato ciò che la religione designa come vizi. Giusto un esempio: l’istinto all’accumulare per i tempi magri si trasforma nel desiderio di possedere anche il superfluo, senza limiti. Sono palesemente una deformazione delle regole del buon senso basate sull’esperienza millenaria.
L’uomo ha grandissime capacità infinitamente superiori agli animali: intelligenza, libero arbitrio, creatività immaginazione, capacità di astrazione, intuizione, ecc.. La specie umana appartiene in parte al regno animale ed in parte ad un regno superiore, che si può chiamare spirituale. In altre parole, l’uomo si trova al grado più alto del regno animale e a quello più basso del regno spirituale. Se tende verso il basso, diventa molto peggiore di un animale, avendo a disposizione intelligenza, volontà, immaginazione, fantasia, ecc… (viene raffigurato come un “demone”). Se invece tende verso l’alto, a nobili aspirazioni, eccelle su tutte le altre creature (è raffigurato come un “angelo” o “re dell’universo”). L’anima dell’uomo è come uno specchio, può volgersi verso “le tenebre” o verso la “luce”.

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