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Thursday, June 10, 2010

Scoprire il nucleare









Le rinnovabili sono la vera politica del fare

giugno 6th, 2010 Notizie, Nucleare, Tecnologie


Sembra che siamo stati tutti presi dal demonio nucleare. E’ l’argomento del giorno; nelle varie conferenze sull’energia dove mi trovo a partecipare, è un argomento sempre più gettonato. A partire da venerdi’ scorso, in meno di una settimana mi sono sorbito personalmente un totale di ben sette presentazioni sull’energia nucleare. Per ora, la cosiddetta “rinascita del nucleare” è soltanto a base di chiacchere e – a mio modesto avviso – rimarrà tale per un pezzo. Tuttavia, l’esplosione del dibattito sul nucleare sta avendo un effetto veramente dannoso: quello di distogliere l’attenzione dell’opinionoe pubblica da argomenti dove possiamo veramente fare qualcosa di concreto – ovvero le rinnovabili.
Bisogna dare atto che quelli che ci governano sono dei veri professionisti della propaganda politica. Sul nucleare, hanno azzeccato tutte le mosse. Senza avere in mano niente di concreto eccetto dei piani alquanto nebulosi e il cui finanziamento è molto incerto (per non dire di peggio), il governo è riuscito a ottenere una serie di risultati che sono: a) dare prebende e quattrini ai propri amici, b) ottenere una visibilità mediatica che rinforza l’immagine del “governo del fare” c) fare un piacere ai petrolieri e fossilieri vari, prendendosela con le rinnovabili che sono il vero pericolo per loro d) rinforzare l’immagine degli ambientalisti come “contrari a tutto”, rossi dentro e verdi fuori, ecc. e) distogliere l’attenzione della gente da problemi tipo la distruzione sistematica dei servizi sociali, delle università, delle pensioni, ecc. f) costruirsi già un ottima scusa per quando le cose andranno male: se non riusciranno a costruire le centrali (come è probabile che avvenga) daranno la colpa agli odiati ambientalisti che non gli hanno permesso di farlo. Insomma, un successo strepitoso. In questo, va detto, sono stati molto aiutati dall’ingenuità dei loro avversari che hanno abboccato all’amo; anzi, hanno buttato giù anche la lenza, la canna e il mulinello. O hanno creduto veramente che il nucleare fosse la tecnologia-miracolo che risolve tutti i problemi, oppure si sono messi a fare comitati e movimenti anti-nucleare, raccogliere firme contro il nucleare, eccetera. In questo modo hanno amplificato e rinforzato l’azione mediatica del governo.
Se la propaganda è di ottima qualità (perlomeno da una parte), in compenso il livello tecnico-scientifico del dibattito sul nucleare è veramente basso. Manca spesso, da entrambe le parti, una base scientifica rigorosa, come ce l’abbiamo invece quando si parla – per esempio – di cambiamento climatico. Sull’energia nucleare, sembra veramente che il rigore sia andato in melt-down. In una delle conferenze di questi giorni, ho sentito un docente universitario parlare a degli studenti raccontandogli senza batter ciglio che le risorse di uranio sono sufficienti per secoli e secoli e concludendo che in ogni caso se sarà necessario potremo estrarre uranio in abbondanza dall’acqua di mare – il tutto senza preoccuparsi di citare l’origine dei suoi dati. Dall’altra parte, spesso non si fa molto meglio; per esempio è comune sentire dei cosiddetti “esperti” raccontare che il nucleare è un generatore netto di CO2, contraddicendosi poi da soli quando fanno vedere che il tempo di ritorno energetico di una centrale è comunque inferiore alla sua vita media. Per non parlare poi di quello che si legge sui giornali o si sente dire in TV. Non che non ci siano persone serie che parlano di nucleare, sia a favore che contro, ma da quello che posso dire io sono una netta minoranza.
Un altro punto da notare è la pura brutalità del dibattito. Non si giudicano le tecnologie energetiche altro che in termini di costo e di convenienza – quello che costa un centesimo di meno è “la” soluzione a tutti i problemi. Carbone, nucleare, o che altro - tutto va bene purché produca energia e il resto vada pure a quel paese, anche se lasceremo un pianeta semidistrutto ai nostri discendenti. Quando ci decidiamo a pensare alle conseguenze di quello che facciamo, molto mal volentieri, tendiamo a ridurre tutto a una questione di “costi esterni” o di “esternalità”. Come se una volta rovinato un pianeta ce ne potessimo comprare uno nuovo. Mi ricorda vagamente qualcosa che scrisse Jonathan Swift qualche secolo fa quando, per reagire alla brutalità del dibattito del suo tempo a proposito della carestia in Irlanda, propose ironicamente di risolvere il problema cucinando e mangiando i bambini irlandesi. Purtroppo, sembra che anche noi siamo arrivati a un livello di brutalità tale che siamo veramente disposti a qualsiasi cosa.
Insomma, quello che ci manca nel dibattito sul nucleare è – in primo luogo – un atteggiamento di responsabilità. La questione energetica non è solo un problema di costi, ma è anche un problema etico, come sostiene giustamente Nazzareno Gottardi nell’articolo linkato qui di seguito. Gottardi nota che, anche ammesso che il nucleare possa funzionare, rimane una tecnologia che gli esseri umani non hanno dimostrato di saper controllare. Dice Gottardi “uno può ammirare le belve feroci, ma non vuol dire che se le debba tenere in casa”. Data la possibilità di ottenere gli stessi risultati con altri metodi, ovvero le energie rinnovabili, scherzare con il fuoco nucleare è pericoloso ed è eticamente e moralmente ingiustificato.
Io credo che Gottardi abbia centrato l’essenza del problema. Non serve a niente lanciarsi a testa bassa contro il nucleare, fare comitati, movimenti, raccogliere firme, eccetera. Anzi, si fa di peggio. La cosa da fare è un altra: concentrarsi sullo sviluppo delle rinnovabili. Non hanno applicazioni militari, non producono scorie, non c’è bisogno di fare buchi nel fondo dell’oceano, e hanno anche una resa energetica migliore di quella del nucleare. Allora, le rinnovabili sono la vera politica del fare.
L’articolo di Nazzareno Gottardi

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